Fayyum Studies 4 (2019)
formato 20 x 27,5 cm; ril. bros.
pagine 68
ISBN 978-88-7849-145-8
formato 20 x 27,5 cm; ril. bros.
pagine 68
ISBN 978-88-7849-145-8
pp. 304; formato 21x29,7 cm; ISBN 978-88-7849-118-2
Il volume presenta la recente ed eccezionale scoperta di un impianto per l’estrazione del sale databile all’età romana, uno dei pochissimi documentati archeologicamente nel bacino del Mediterraneo: si tratta di strutture realizzate in legno, dotate di paratie che permettevano all’acqua salata di fluire entro i bacini di essiccazione. Tale rinvenimento permette di retrodatare di mille anni la coltivazione del sale nel territorio cervese e di approfondire così il mezzo che, più di ogni altro, consentiva la conservazione degli alimenti. L’analisi geo-morfologica del sito, unitamente allo studio ambientale (analisi archeobotaniche, studio dei reperti lignei e zoologici), ha permesso di ricostruire l’ambiente della salina e del territorio circostante. Il testo illustra inoltre alcuni importanti reperti rinvenuti nel territorio cervese e ora esposti nella sezione archeologica del Museo del Sale di Cervia (MUSA), tra cui i resti di una nave bizantina.
La collezione archeologica conservata ed esposta nelle sale di Palazzo Piella a Castelfranco Emilia (Modena) copre un ampio arco cronologico che va dalle prime testimonianze di età preistorica fino al Medioevo. Fra i numerosi reperti, tutti provenienti dal territorio, spiccano per importanza quelli relativi alla civiltà etrusca e quelli pertinenti a Forum Gallorum, piccolo centro romano sorto in stretta relazione con la via Emilia fra le colonie di Mutina e Bononia.
Il Museo Civico Archeologico “A.C. Simonini”, in costante collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, è promotore anche di attività di didattica, ricerca e studio, unendo così alla tutela la valorizzazione e la promozione del patrimonio.
Fin da epoche remote l’estesa area collinare posta a sud di Bologna, al di fuori di Porta Castiglione, oggi presentata da questa guida, fu utilizzata per i più diversi scopi: da terra di malaffare a zona di sepoltura, villeggiatura, studio, preghiera, ricovero per centinaia di feriti durante la Seconda Guerra Mondiale. Un ricco apparato iconografico e le accurate descrizioni degli autori conducono in modo vivido tra il Seminario Arcivescovile, la Villa Revedin, le millenarie sezioni geologiche del territorio e uno dei più importanti rifugi antiaerei in galleria utilizzato dai tanti mutilati reduci dai campi di battaglia di tutta Europa, ospiti dell’Ospedale Militare e Centro Ortopedico “Vittorio Putti”.