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Antonio Gottarelli

Cosmogonica. Il fegato di Tiāmat e la soglia misterica del Tempo

Dai miti cosmologici del Vicino Oriente antico ad una nuova interpretazione del fegato etrusco di Piacenza
2017

Collana Archeologia del Rito, vol. 2
Edizioni Te.m.p.l.a. 2017
formato 16,5 x 24 cm; ril. filo refe, copertina cartonata, sovracopertina
304 pp., b/n
ISBN 978-88-6113-009-8

€ 50,00
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Il grande Poema della Creazione babilonese, il mito di Enmeduranki, il libro dei segreti di Enoc, i rotoli di Qumran. Per la prima volta un unico percorso di ricerca svela le connessioni esistenti tra un piccolo modello bronzeo di fegato rinvenuto a Ciavernasco di Piacenza, all’alba dell’unità d’Italia, e la trama occulta di una delle più custodite discipline misteriche dell’antichità. La soglia del Tempo, quella che è stabilmente definita dall’alternanza di stato tra il giorno e la notte e che è indotta dal continuo moto di rotazione del quadro celeste, è l’essenza stessa del principio su cui si fonderà l’intera costruzione cosmologica della dimensione concettuale del sacro, cui corrisponderanno, in luoghi e tradizioni differenti, e declinate solo formalmente in tempi e modi diversi, tutte le teorie dottrinali del mondo antico sulla natura del tempo e sulla sua origine. È in questa costruzione concettuale che l’eredità degli ordinamenti religiosi delle culture mesopotamiche – quella che ritroviamo in Occidente ancora espressa all’interno della religione etrusca all’epoca della stesura dei manoscritti di Qumran – si distingue da altre nell’assegnare un ruolo cosmogonico chiave alle funzioni del fegato, in quanto mundus del corpo e “soglia” metafisica posta all’origine della vita e dell’universo stesso. Nella misura in cui i ritmi e le regole del passaggio dei grandi astri e dell’intero quadro celeste sulla soglia tra luce e tenebra costituirono la chiave per avvicinarsi alla comprensione dei Grandi Segreti del Cosmo, era logico immaginare che il Grande Poema della Creazione babilonese indicasse proprio nel fegato di Tiāmat, centro germinatore dell’antica Madre su cui Marduk ricompose il nuovo ordine celeste, la sede vitale per la comprensione “empatica” di quelle leggi. In quanto specchio delle configurazioni “enimmatiche” che il sistema avrebbe assunto nel suo sviluppo temporale futuro, la divinazione basata sull’ispezione del fegato venne considerata in Mesopotamia, e poi ancora presso Greci ed Etruschi, la prima e più importante forma di interrogazione dei destini futuri. Ed è a questa più estesa costruzione cosmologica, e non ai soli e mutevoli esiti delle sentenze da essa derivate, che va più correttamente ricondotta l’interpretazione di uno dei più enigmatici reperti archeologici dell'antichità: il fegato etrusco di Piacenza.

Luca Zaghetto

La situla Benvenuti di Este

Il poema figurato degli antichi Veneti
2017
formato 17 x 24 cm; ril. bros.
collana Ricerche 4
320 pagine, in b/n e a colori
ISBN 978-88-7849-122-9
€ 19,00
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È poco prima del 600 a.C., quando un artigiano di grande talento e altissima conoscenza del linguaggio delle immagini realizza questo insuperabile capolavoro dell’arte orientalizzante, uno straordinario “poema per immagini” inciso su un vaso in bronzo di forma tipicamente altoadriatica – la situla – che racconta di imprese, stili di vita, e molto altro ancora, degli antichi Veneti.
Per la prima volta, in queste pagine, la situla Benvenuti di Este, fra le più importanti e complesse narrazioni figurate dell’Europa protostorica, viene letta in ogni suo dettaglio e spiegata nel suo coerente quadro d’insieme.
La profonda lettura qui proposta del monumento, fra guerra, culto, costumi, segni del potere e perfino antiche conoscenze astronomiche, è anche un viaggio a ritroso nelle più profonde radici della cultura venetica; viaggio da cui emergono nuovi e più sostanziosi elementi di parentela fra i Veneti antichi da un lato, e Roma arcaica e le popolazioni italiche dall’altro, ma anche aspetti di contiguità culturale con altre società dell’Europa e del Vicino Oriente.

Con un contributo di Stefano Buson (Polo Museale del Veneto)
Prefazione di Alessandro Vanzetti (Università “La Sapienza” di Roma)
Postfazione di Simon Stoddart (University of Cambridge)
Manuela Catarsi, Patrizia Raggio (a cura di)

Le alte valli di Taro e Ceno tra fede e laicità: re, monaci e pellegrini

2017

formato 21 x 29,7 cm; ril. bros.
96 pagine, in b/n e a colori
ISBN 978-88-7849-121-2

€ 21,00
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L’incontro di due grandi personalità, il santo irlandese Colombano e il re longobardo Agilulfo, segna l’origine di uno dei monasteri più importanti d’Italia, quello di Bobbio, centro di fede e cultura, ma anche nodo strategico per la viabilità e il controllo del territorio.
Seguendo l’espansione giurisdizionale del monastero, in particolare nelle alte valli parmensi di Taro e Ceno, il volume mette in luce quelle terre che, già popolate in età romana – numerosi i ritrovamenti archeologici –, erano state poi abbandonate. Grazie a Colombano e ai suoi successori, dal VII secolo queste zone furono invece rimesse a coltura e abitate, come provano curtes, castelli, edifici sacri ed ospitali, citati dalle fonti e in diverse occasioni indagati archeologicamente. Si compone così un quadro di vitalità economica e commerciale, legata a quella stessa viabilità che oggi si tenta di recuperare e valorizzare per un rilancio delle terre appenniniche, nuovamente in profonda sofferenza.

Arianna Capiotto, Elena Sala - illustrazioni di Luca Tagliafico

Nel segno degli Etruschi

I CercaStoria. Avventure alla scoperta di curiosi oggetti del passato - 5
2017
formato 15x21 cm; ril. bros.
48 pagine, a colori
ISBN 978-88-7849-124-3
€ 9,50
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In città si prepara una festa e c’è grande fermento: niente di strano se non fosse che siamo indietro nel tempo di 2500 anni! Infatti, Adam e Miriam sono approdati nell’epoca degli Etruschi grazie al Saltacronos, un prodigioso amuleto che permette di viaggiare nel passato. L’obiettivo è indagare sul reperto che hanno visto nel laboratorio dove la mamma di Miriam, archeologa, riceve oggetti stravaganti dai musei del mondo. Nell’antica città si scontreranno con un oscuro personaggio che tenterà di fermarli e tra antichi riti e segni del cielo, le sorprese saranno… fulminanti!

Ocnus. Quaderni della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici 25, 2017

2017

formato 21 x 29,7 cm; ril. bros.
200 pagine, in b/n e a colori
ISBN 978-88-7849-128-1; ISSN 1122-6315

€ 40,00
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«Ocnus. Quaderni della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici» accoglie, sulla base di rigorosi referaggi esterni, lavori dei docenti dell’omonima Scuola di Specializzazione di Bologna, lezioni e conferenze tenute da studiosi ospiti, ricerche degli allievi e contributi di specialisti di livello internazionale. Tenuto conto dell’ampio spettro di discipline della Scuola – dalla Preistoria all’Archeologia Orientale, dall’Archeologia Classica all’Archeologia tardo-antica e medievale, dall'Archeometria alla Bioarcheologia, dal Restauro all'Archeologia pubblica – «Ocnus» intende proporsi anche come sede aperta a contributi e studi di forte impronta antropologica e interdisciplinare.
Stefan Groh, Helga Sedlmayer

Otium cum dignitate et negotium trans mare. La villa marittima di San Simone (Simonov zaliv) in Istria (Slovenia)

2017
formato 21 x 29,7 cm; ril. bros.
collana Ricerche - Series Maior 7
344 pagine, in b/n e a colori
ISBN 978-88-7849-116-8
€ 35,00
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La villa marittima di San Simone/Simonov zaliv (Slovenia) racchiude nell’arco di sole tre generazioni una straordinaria quantità di dati non solo sull’edilizia, ma anche sulle attività economiche e commerciali della Regio X (Venetia et Histria). I risultati degli scavi e delle indagini qui presentati illustrano l’evoluzione della villa dalla fondazione nella prima età augustea fino all’abbandono in epoca flavia, evidenziando gli aspetti architettonici e decorativi, i reperti archeologici e bioarcheologici, nel quadro della topografia della zona. Massima importanza ebbe infatti l’attrezzato porto della villa, che costituiva un punto di approdo sicuro lungo le insidiose coste nord-occidentali dell’Istria.
Conclusioni in italiano, inglese, tedesco e sloveno.
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